con Mario Tessarollo

 

 

Il centro storico dell’abitato di Valstagna è localizzato sulla sponda destra del fiume Brenta in corrispondenza dello sbocco della Val Frenzela. Insieme all’abitato di San Nazario, localizzato sulla riva del fiume opposta,  sviluppatosi successivamente alla costruzione della strada statale “Valsugana”, e collegato dal Ponte di Rialto, posto a sud dell’abitato, costituisce quasi un unico nucleo urbano in quest’area della valle. Il progetto, di conseguenza, supera, in alcuni dei suoi aspetti, i confini amministrativi di Valstagna quasi a favorire lo sviluppo di sinergie tra i due centri abitati. Mentre la Valsugana, che scorre a est del centro di Valstagna, è caratterizzata da un flusso di traffico più pesante e a percorrenza più lunga, le strada, che corre lungo la riva destra del fiume, si caratterizza per la presenza di un traffico più leggero e con tratte di percorrenza più corte. Entrambe le arterie, comunque, sono caratterizzate da flussi di portata elevata. In particolare la strada che corre sulla sponda destra del fiume, e attraversa di conseguenza l’abitato di Valstagna, è interessata da un flusso di traffico composto quasi esclusivamente da residenti, turisti (soprattutto nella stagione estiva), appassionati di escursioni (per la vicinanza con l’altopiano di Asiago) e di canoa (che proprio a Valstagna trovano, per le caratteristiche del fiume in questo tratto, uno dei siti più interessanti per questo tipo di attività). È praticamente esclusa la presenza di mezzi pesanti tranne di quelli interessati da operazioni di carico e scarico della attività produttive e commerciali presenti. Il progetto, come richiesto dal bando di concorso, ha l’obiettivo di riqualificare il sistema generale di circolazione costituito da strade, piazze, parcheggi e marciapiedi che interessa il centro storico, dalla scuola media, posta a sud dell’abitato, fino al centro sportivo che segna, invece, il limite nord dell’intervento. Con l’intento di individuare chiaramente quest’area il progetto utilizza, come materiale per la pavimentazione di tutto il tratto di intervento, il porfido, posato in lastre, in corrispondenza degli accessi e del centro civico del paese, o a cubetti, nelle parti rimanenti comprese tra questi. In questo modo l’appartenenza a una realtà diversa da quella scandita dalla pavimentazione delle strade in asfalto è immediata e garantisce un maggior grado di sicurezza configurandosi, di fatto, come un intervento di “traffic calming”, individuando cioè una zona a traffico limitato, per quanto attiene all’aspetto della velocità di percorrenza. Con lo stesso materiale vengono inoltre realizzati tutti gli spazi e i percorsi che caratterizzano la parte centrale del paese determinando, di conseguenza, una chiara e immediata identificazione di questa. Non vengono inoltre distinti i percorsi pedonali da quelli carrabili creando, di fatto, una sorta di unica piazza dove le persone si muovono liberamente. Il centro storico del paese assume in questo modo un altro aspetto: si qualifica, con il semplice e uniforme utilizzo di questo materiale, qualificando, di conseguenza anche gli edifici che lo costituiscono. Proprio in corrispondenza della parte centrale, tra lo sbocco della Val Frenzela e la Chiesa Arcipetrale, un altro importante elemento caratterizza il progetto: un portico pedonale, affacciato sul fiume in forma di belvedere, definisce con chiarezza il limite dell’abitato verso il fiume, individuando precisamente i limiti del centro civico. Esso conferisce dignità a questo spazio frammentato e si pone come elemento di mediazione tra la vita antropizzata del paese e la natura rappresentata dal fiume. Esso diventa la facciata del paese per chi guarda dalla riva opposta. Dietro ad esso si stagliano i profili degli edifici e le pendici della montagne. Il portico, illuminato, si conclude, in corrispondenza della chiesa, con una passerella pedonale (utilizzabile anche da mezzi di soccorso) che mette in collegamento le due rive del fiume incrementando le relazioni tra i due centri abitati e consentendo un migliore fruibilità del parco e della zona a parcheggio ricavata su questo versante. Un altro degli aspetti del progetto è infatti rappresentato dalla organizzazione e creazione di parcheggi che ridisegnano il sistema della sosta. Il paese, soprattutto nel periodo estivo, è interessato da notevoli flussi turistici caratterizzati, per il tipo di attività proposte, da soste di tipo medio-lungo. Da questa esigenza nasce la necessità di individuare aree di parcheggio a valenza diversa capaci di venire incontro alle diverse esigenze espresse. Tutta la sosta lungo la sponda destra del Brenta viene ri-organizzata ricavando, inoltre, aree di sosta più concentrate che, in alternativa, possono venire utilizzate anche per altre attività (mercato, manifestazioni, ecc.). Sulla sponda sinistra, in comune di San Nazario, come detto, viene ricavato un grande parcheggio alberato che favorisce inoltre l’utilizzo del treno: su questo lato è infatti localizzata la stazione ferroviaria della linea che percorre l’intera Valsugana. Altre aree di sosta vengono ricavate ai margini del paese (anche in direzione ovest) o in corrispondenza di edifici particolarmente rilevanti. Completano il progetto di riqualificazione l’incremento delle alberature e l’impiego di elementi di completamento urbano. Per quanto riguarda il primo aspetto un filare di alberi corre lungo tutta la riva del fiume mettendo in collegamento l’area della scuola media a sud con il centro sportivo a nord. Anche l’albero, con la sua uniformità di varietà e la sua regolarità nella messa a dimora, conferisce dignità e misura a tutto il centro storico di Valstagna. La ripetizione dello stesso elemento evita la monotonia e si pone come elemento di misura del fondale caratterizzato dagli edifici e da vuoti che tra essi si formano e che consentono la vista sulle montagne retrostanti. Quasi a ricordarne costantemente la presenza, il valore e il significato nella storia del paese la presenza dell’acqua viene proposta anche all’interno dell’abitato con la localizzazione di fontane nei luoghi più significativi del centro. In questo modo, sfruttando gli spazi che si generano tra gli edifici storici, la qualificazione che ne deriva dall’utilizzo della nuova pavimentazione e la presenza anche di questi elementi, si generano dei microcosmi indipendenti, ma tra loro collegati, non solo visivamente, che riqualificano spazi spesso anonimi che assumono altro valore e si dispongono ad accettare anche nuove funzioni e utilizzi. Elementi di “arredo urbano” (totem di comunicazione, bacheche, panchine, forme di illuminazione, ecc.) distribuite lungo tutto lo sviluppo dell’intervento uniformano il linguaggio urbano caratterizzando il centro storico / civico del paese.